Tommaso Chimenti
Dopo averci portato sul terreno dei social con "Like", in mezzo alle bufale del web con "Fake Club" e nel campo della felicità irraggiungibile con "Happy Days", il comico (è riduttivo) livornese (ne è giustamente orgoglioso ma i suoi spettacoli sono di respiro nazionale senza chiudersi tra la Terrazza Mascagni e l'Ardenza, tra il 5 e 5 e il cacciucco, tra Piero Ciampi e Bobo Rondelli) Stefano Santomauro stavolta ha messo la sua lente d'ingrandimento dentro le pieghe (e le piaghe) del sesso, soprattutto della sua assenza e mancanza, con questo suo nuovo lavoro "God save the Sex" (visto al Teatro del Sale di Firenze).
E' bravo nell'azzeccare dei titoli che siano folgoranti e che facciano subito presa, incuriosiscono, attirano e sono facilmente ricordabili. La sua fisicità, la sua postura, a metà tra l'arrabbiato e il panzer, tra il funambolo e il Diavolo della Tasmania, in perenne movimento come un mozzo sul ponte dell'Amerigo Vespucci, la sua figura che ci ha sempre ricordato l'attore americano Jack Black, il suo essere folle, una macchina di risate tra il ciuffo bianco e la barba sale e pepe che ne restituiscono l'immagine del vicino di casa come di un puk scanzonato senza freni (e in questo caso potremmo dire frenuli), capace di dire e fare tutto, incontrollabile, irresistibile, fuori controllo, esplosivo.
Battute brucianti che arrivano a conclusione di una sagace costruzione drammaturgica, non lo spot da stand up comedy ma la scrittura che sale, si articola, argomenta, attraverso tesi e documenti, dati e numeri, per poi sferzare il suo racconto con la chiusa dissacratoria e irriverente.
Pochi mesi fa ha girato, nel ruolo di uno dei Proci, la pellicola internazionale "Il ritorno" con Ralph Fiennes e Juliette Binoche rispettivamente Ulisse e Penelope riunitisi dopo trent'anni da "Il paziente inglese".
Insomma Santomauro è un attore a tutto tondo, un attore di peso con chili di ironia da spargere sul palco con ferocia, energia da vendere, estro debordante, genialità, parlantina a mitraglia in un rapporto corpo a corpo con la platea che tiene, direziona, destreggia. Questa sua ultima indagine brillante prende le mosse da un recente studio del Censis: solo una coppia su cinque è soddisfatta sessualmente del partner, sei single su dieci non fanno sesso da oltre un anno. La media è una volta a settimana "tipo le pulizie del fine settimana", la maggior parte una volta al mese.
Il quadro è destabilizzante, preoccupante, demoralizzante. Inoltre a chiedere di fare sesso sono maggiormente le donne. E per- ché non facciamo sesso abitualmente? Per le preoccupazioni, i soldi che sono sempre troppo pochi, lo stress sul posto di lavoro, il traffico, la competizione, il mutuo, i figli. Manca il tempo, manca la voglia, il nostro cervello è attaccato e bombardato da infinite altre faccende, i Boomer sono esauriti e sfiniti dal mondo contemporaneo, la Generazione Z sta sui social tutto il giorno annoiati dalla miriade di messaggi, video e fotografie pornografiche che scorrono nei reel dei loro schermi. Se a questo ci aggiungi una pandemia, i terrapiattisti (che Santomauro chiamerà, casualmente e senza riferirsi specificatamente a nessuno in particolare, Matteo Renzi), il climate change, l'ansia per le continue guerre e l'inflazione, è normale che sia più complicato lasciarsi andare ad un'alzabandiera sereno e tranquillo.
Però, continua a dirci l'attore toscano che farlo un paio di volte a settimana rafforza il sistema immunitario e che, per gli uomini, avere 21 rapporti al mese dà grandi benefici per la prostata, roba da Rocco Siffredi. SS, vulcanico e sempre benignesco, guascone e giullare, carico ed elettrico, si lancia nel sex- ting ed è esilarante nel racconto di uno dei Sette Nani, prima di passare all'Homo Erectus "non era chiamato così per la postura...", le orge di Pompei, il Kamasutra, i classici della letteratura come "20.000 seghe sotto i mari".
La sua riflessione cerca certamente la risata ma il suo studio è serio (non serioso) e lo spettacolo adatto anche per un pubblico di adolescenti per approcciarsi al mondo ignoto dell'educazione sessuale. La chiusa (che non spoileriamo) è liberatoria e prorompente.